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Potrebbe andar bene per noi. Don Riccardo non mi basta. Stasera ho capito il mio destino, voglio lavorare con voi! Non sei la contadina di stamani? Eh. Come ti chiami? Enrichetta. Enrichetta, tu sei giovane e inesperta e come tale insegui un sogno. Capisco. Il fascino del palcoscenico entra nel sangue come. Come un sottile veleno? Brava, come un sottile veleno. Ma che ne sai della nostra vita? Mi piace. Perché tu del teatro vedi solo Io splendore, i facili guadagni, la mondanità. Ma dietro c’è dolore, sai? E lacrime. Sono pronta a tutto. Potrebbe sostituire Ingrid, si muove bene. Chi, questa burina? Balla bene, la prendo. Perché, fai tu le scritture? Sono coreografo, vedo il talento. Sei “checca”, vedi solo i soldati! Marisa. Ma. Zitta. Sì, va bene. vai! Torna ai tuoi campi, non farti illusioni. La tua vita non è in mezzo a noi. È in mezzo alle pecore! Dimentica questi sogni impossibili. E domani voglio una ballerina, chiaro? Svedese! Va bene. Certo, chiamiamo le Kessler! Non piangere, se no piango anch’io. Non ti preoccupare, a te ci penso io. No! Il vestito no, ho solo quello! Fidati, io per queste cose ho un sesto senso. Ladro! Ha voluto . lire per il letto. L’hai distrutto. Ti lamenti di far l’amore con me che sono focosa? Sì, ma non c’è bisogno di ballare il flamenco nel letto. Cos’è questa musica? Non so. Ecco la svedese. Finalmente hai fatto una cosa buona. Bell’elemento. Quella? Ma è la campagnola! Quale campagnola? La burina di ieri. Com’è possibile? L’ho detto subito che aveva il teatro nel sangue. Basta guardarla. “Caro zio, so che nella tua infinita bontà hai già perdonato la mia partenza. Se ti dicevo che partivo per fare teatro, gli schiaffi si sprecavano! Ora sto vivendo un’esistenza fantastica e avventurosa, diversa dalla semplice quiete dei campi. Quando entro in scena, sento che il teatro mi è entrato nel sangue.” Vai con il sipario! Vai, Enrichetta. “Con Silver Boy ho una scena sola, semplice ma d’effetto.” Grazie. Buonasera! Levami questa. Siccome so che questo pubblico. Che fai? È inciampata. “Bona”! Che didietro! Lasciami il microfono, grazie.

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