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Sono venute benissimo le pareti di calce. Sì, ora va meglio. A essere sincera, ti invidio molto. A me? Certo, vivete nelle catacombe, come gli antichi cristiani. Già, proprio così. Vengo a cucire domenica? Sì, ti aspetto domenica. Grazie ancora. Di niente. Mamma? Sì, amore. Il seminario è dove si diventa preti? Sì. Ti faccio la frittata con le patate, come piace a te. Bello! Io non voglio diventare prete. Non serve che diventi prete. Allora perché vado al seminario? Perché per i poveri questo è l’unico modo di studiare. Cosa vuoi che faccia? Che peste di bambino! Scendi di lì! Scendi! Non voglio andare in seminario. Finita la scuola, te ne andrai. Troveremo il modo di farti continuare gli studi. Così non farai la fine di tuo padre. Non voglio andarci, voglio stare qui. Per fare cosa, qui? Spezzarti la schiena nei campi o nei cantieri? È questo che vuoi? Non voglio fare il prete. “La vita mi disgusta come una medicina inutile. Ed è allora che io capisco, con una chiara visione, quanta sarebbe facile cacciare questo tedio se io semplicemente avessi la forza di volerla davvero cacciare.” Chi è? Sono io. Va’ via. Se non te ne vai, chiamo la polizia. Voglio proporti un patto: ti do i diritti per interpretare La dipendenza. Non ti credo, vattene, ho da fare. Davvero. Ho portato una copia del testo. Per favore, aprimi. Se è una fregatura, ti faccio uscire di qui ancora più malconcio! Stai facendo lo sciopero della fame? Vuoi ancora presentare Cocteau alla Sala Mirador? Sì. Ma ho diversi dubbi, il testo è molto bello, ma non è attuale. Se davvero mi dai La dipendenza, mi ci butto a capofitto. Certo, prima devo informare il teatro. Eccolo. Perché hai cambiato idea? Ho rivisto il testo, come hai detto. Ti racconto tutto se mi offri un tè. Certo. Altro? Sì, non voglio firmarlo. Non voglio che tu dica che è mio, non voglio apparire. Benissimo. E mi dirigerai tu? No. Beh, questo aiuterebbe. No, dallo a quelli del teatro. Che lo leggano e decidano se gli interessa. Ma non fare il mio nome. E l’autore chi è, allora? Tu. O inventiamo uno pseudonimo. No, lo firmo io! Ma non ti capisco. È confessionale.