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Ford Mark II numero , è in testa sulla griglia di partenza. Bucknum è in testa sul rettilineo di Mulsanne. È nell’auto, lontano e torna indietro dopo il primo giro, trenta secondi avanti rispetto all’auto al secondo posto. Arrivano le altre auto. Due Ferrari P e due Ford. Più la gara proseguiva, più le Ford erano in testa. Le Ferrari non erano molto indietro, ma ci stavamo allontanando da loro. Dall’alto vediamo Gurney che accelera velocemente per passare in vantaggio al ° giro. Foyt inizia il suo turno di due ore dietro al volante. È la sua prima apparizione in competizione a Le Mans e ha fatto solo dieci giri di prova. A questo punto, Gurney pensa che le cose vadano troppo lisce. Non si è sviluppata la sfida con le Ferrari. Forse va troppo veloce. Quindici auto sono già fuori uso per aver cercato di stare al passo con la Ford rossa brillante e ora c’è un novellino alla guida. Se c’è un punto debole nella GT è nei freni. Va a circa km/h sul rettilineo, poi quando arrivi alla svolta della Mulsanne devi rallentare di circa km/h. Questo può creare dei problemi con i freni. Perciò ho inventato un nuovo approccio per frenare. Il sistema di frenata “chickenshit” che ho inventato l’ho usato al posto della frenatura a fondo. Frenavo circa metri prima di quanto dovessi in modo che il motore rallentasse l’auto e poi frenavo e rallentavo, poi giravo in curva. Era molto più facile per i freni. Ci lavorai insieme ad AJ. Quindi lavorammo su questa cosa con una filosofia un po’ diversa. AJ Foyt, il novellino di cui tutti si preoccupavano, ha tenuto testa per sette giri. Nessuno si aspettava che Foyt e Gurney arrivassero al traguardo. Gurney fece un ottimo lavoro non mostrando a Foyt quanto l’auto potesse andare veloce. E Foyt fece un lavoro favoloso guidando secondo i suoi limiti e realizzando che ore sono tante. Ci si deve occupare del motore e del cambio. Il sig. Ford era con i suoi sergenti, ma venivano ogni due o tre ore per tutta la notte. Fortunatamente per noi, abbiamo sempre avuto belle notizie da dargli. Alle : del mattino, tutto l’andamento della gara cambia quando Andretti sbanda con la sua auto, rimbalza sul muro e si ferma in mezzo alla pista. Attimi dopo, McCluskey e Jo Schlesser sbandano cercando di evitare Andretti. Nessuno rimane ferito, ma tutte e tre le auto devono essere ritirate. Ferrari non si era arreso e Ford aveva fatto tutto il possibile per aiutare la Ferrari a restare in gara. Persero tre auto in un incidente. Le due Ferrari di serie sono alle cal. Ora in seconda e terza posizione. Bruce McLaren è in quarta posizione. E mentre accelera sul rettilineo della Mulsanne, il tettuccio dell’auto si stacca. È costretto a rallentare e a tenerlo con la mano. Era rimasta solo una Ford ed era la nostra. A meno di quattro ore dalla fine, Dan Gurney guida la Ford numero per il suo ultimo cambio, prima di passarla a AJ Foyt, che attende nei box ed è il pilota designato per finire la gara. Le Ferrari recuperano velocità, sperando di far guastare la Ford che si trova in testa. La Ford era più veloce della Ferrari di circa km/h. Anche mi stava alle costole, riuscii a staccarmi un po’ da lui sul rettilineo. E quando mi feci da parte, mi stava dietro, facendo i fari. Questo successe per quattro o cinque giri. Ogni volta che arrivavamo alla curva di gradi, alla fine del rettilineo di Mulsanne, mi stava proprio addosso. Mi dava davvero sui nervi. Infine c’era una curva che si chiama Arnage. Svoltai sulla curva, accostandomi leggermente sulla destra sull’erba e mi fermai. Accostò dietro di me e si fermò dietro di me, sull’erba. Pensai: “E adesso cosa c’è?” Rimanemmo così per circa dieci o dodici secondi Radio e poi finalmente andò avanti. Arrivò secondo. Le Ferrari raggiungevano quasi la stessa velocità, ma mai abbastanza. Era ancora il rullo compressore. Superiorità numerica. La Ford vinse. C’è la bandiera a scacchi. Dan Gurney arriva in cima con la Ford Mark IV. È una vittoria tutta americana. Il veterano Dan Gurney dalla California. AJ Foyt, dal Texas, difficile da raggiungere. E le resistenti Ford Mark IV da Dearborn, Michigan.

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