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A proposito, professore, lo sa che abbiamo sbagliato i conti della partita di mah-jong dell’altra sera? Tu dici? Ma allora eravamo a , no? Certo, ma così avevo vinto io. Ehi, Noriko. Noriko! Il sig. Sei è a casa? Perché? Vai a vedere se c’è. Così giochiamo a mah-jong. Ma avete già finito? Sì, quasi, ci manca poco. Allora niente mah-jong. Ehi! Portaci il tè. Il mio manoscritto non l’avrai mica dimenticato? L’ho preso. Stia tranquillo. Vuoi sederti un po’? No, grazie. Stasera tornerai alla solita ora? Sì, a meno che ci sia la riunione di facoltà. Stai attenta. Sì. Buon giorno. Salve. Quando è arrivato in città? Soltanto ieri mattina. Sei ingrassata. Davvero? Appena un po’. Dov’è che stai andando? A fare spese. Vuoi che t’accompagni? Non aveva impegni? No, ora sono libero. Che bello. Guarda, una mostra d’antiquariato. Ci diamo un’occhiata? Prima dovrei comprare degli aghi da macchina. Va bene, andiamo. Ti sei stancata alla mostra, Noriko? No, mi ha fatto piacere. Era tanto che non venivo a Ueno. Le cose di sicuro sono cambiate. Non è più la Ueno di una volta. Hai notato quel bambino che cercava di colpire il piccione sulla statua? Forse si credeva Guglielmo Tell. Scusate l’attesa. Il prof. Shigeno era qui ieri sera. Mi sai dire se è ancora in città? Ha detto che sarebbe partito con l’espresso di stamattina. Oh, peccato. Questa è la figlia del prof. Somiya. Chi l’avrebbe detto? È cresciuta ormai. Quando abitava a Nishikata portava i capelli corti. Esatto. Chi l’avrebbe detto? Suo padre viene spesso qui. Piacere, signorina. Benvenuto. Le scaldo il sakè. Noriko, prendine un po’. No, grazie, non bevo. Vuoi qualcos’altro? O preferisci ordinare subito il riso? Come preferisce lei. Posso versarle io il sakè? Certo. Allora mangiamo più tardi. Va bene, professore. Lo sa, professore? Ho sentito dire Cosa? che lei si è risposato. Sì, è così. Allora mi dispiace per Misako. E perché? Io credo che una figlia soffra in questi casi. Non mi sembra che ne soffra. Anzi, vanno molto d’accordo. Non so. Io non sarei capace di perdonarla. Di chi parli? Della donna che ho sposato? No, di lei, professore. Perché? Come dire, è poco pulito. Poco pulito? Si dovrebbe vergognare. Vergognarmi? Parli sul serio? Allora, sarei poco pulito. Ora va bene? Non basta. Non basta? Che tipo che sei. Non ti facevo così intransigente. Sakè? Allora, sono proprio immorale? Certo. Tu non hai peli sulla lingua. Sono a casa. Sono qua, ho portato un ospite. Chi è? Non avevo in programma di passare, ma ho incontrato Noriko, e così Come mai eri a Tokyo? Mi ha convocato il Ministero dell’Istruzione. Papà, guarda, una sorpresa per te. I miei guanti, dove li hai trovati? Ci credo che non riuscivamo a trovarli a casa. Tieni. Al mio solito bar, da Sakigawa? Siete stati là? Ho cercato addirittura di convincerla a bere sakè. Scommetto che ne vorrebbe ancora. Che buona idea! Ne abbiamo? Riscaldalo bene. Certo. Com’erano le analisi? Sono tornate sotto . Oh, bene. Si è rimessa del tutto. Era normale che crollasse, il lavoro obbligatorio, la guerra. Sì, è stato proprio così. E nei giorni di riposo batteva le campagne in cerca di cibo. Tempi duri, ne ha sofferto. Abbiamo così poco da offrirle. Non ti preoccupare. A Kyoto stanno bene? Tua moglie? Sì, bene. Temo però di aver fatto uno sbaglio. Ovvero? La cara Noriko mi ha detto chiaro e tondo che sono un immorale. Sì, amico mio. Sono un immorale e dovrei anche vergognarmi, vero? Sì, è così. Tua figlia Misako, sta bene? È strana anche lei. Ultimamente dice che il matrimonio è la tomba della vita e che non si sposerà prima di avere compiuto anni. Comunque a pensarci bene forse ha ragione lei. Non ci posso fare niente. Noriko, invece? Già. Lo ammetto, dovrei cominciare ad affrontare l’argomento. Resterai solo? Già. È un po’ tiepidino. Scalda meglio il prossimo. Sì. Qui siamo vicini al mare, vero? Ci vorranno minuti a piedi. Pensavo meno. Dove sta, da quella parte? No, da questa. E il tempio di Aki è da questa parte? Eh, no. È di là. E Tokyo dov’è? Tokyo è in quella direzione. Comincio a capire, allora l’est è quello. Ma no, è da quella parte. Sul serio? Ma è sempre stato là? Certo. Ora capisco perché lo shogun si stabilì qui, è un labirinto. Vuole che ci fermiamo? È stanca, signorina? No, sto bene. Allora, che tipo sarei io? Di certo non è il tipo geloso. E invece si sbaglia. Sono gelosissima. Non si direbbe. Quando metto i cetrioli a mollo, i pezzi restano tutti attaccati. Sarà tutta colpa del coltello, ma non dimostra nulla né sui cetrioli, né sulla sua gelosia. Le piacciono i pezzi di conserva tutti attaccati? Quando capita, non ci do peso. I giovani di oggi sono diversi da com’erano ai nostri tempi. Pensa che quella giovane sposa di ieri viene da una buona famiglia, ma ha divorato tutto e ha persino bevuto del sakè. Ha divorato persino il sashimi. Sono proprio stupita. Come biasimarla? Aveva appetito. Al mio matrimonio ero così emozionata che non ho mangiato nulla. Ma se ti sposassi, ora lo mangeresti. Che sciocchezze. Come ti viene in mente? Mangeresti, sorella. Chissà. Sono sicuro. Forse, ma non mangerei il sashimi. Sì che lo mangeresti. Forse.

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